Chi fa comunicazione spesso si trova a dover motivare il proprio pubblico. Fin qui tutto bene, se non fosse che a volte, con le migliori intenzioni, si fa ricorso a immagini e frasi che utilizzano la diversità come fonte di ispirazione.
Il bambino che corre su gambe prostetiche e la scritta: “qual è la tua scusa?”; la foto di Stephen Hawking con la didascalia: “lui è la persona più intelligente del mondo”.
Come diceva Stella Young, attivista disabile inventrice della definizione di inspiration porn: “Di queste immagini, ce ne sono tante là fuori, sono ciò che chiamo “inspiration porn”. E uso il termine porno perché oggettivano un gruppo di persone a beneficio di un altro. […] Lo scopo di queste immagini è di ispirarvi, motivarvi, in modo che possiate pensare: “Beh, per quanto brutta sia la mia vita, potrebbe essere peggio.” (per maggiori informazioni su questa modalità di comunicazione, leggere qui)
La maggior parte delle barriere che disabilitano la diversità risiede nell’interazione con una società che si definisce “abile”. Descrivere la diversità come “speciale” ne accentua il senso di esclusione ed è percepito come abilista.
Una comunicazione inclusiva parte dal rispetto della dignità di ciascun individuo. L’inclusionee comincia dall’uso cosciente del linguaggio.