Inspiration Porn

Sono giorni che mi imbatto in immagini e messaggi che descrivono la disabilità e la diversità in generale come qualcosa che ti rende eccezionale. Bambini e ragazzi speciali che per il semplice fatto di essere disabili vengono presi a modello, diventano ispirazione per le persone “normali”. Discorsi che alla fine significano solo: «Se ce l’ha fatta lui che è autistico/su una sedia a rotelle/Down (sceglietene una a caso), allora non hai scuse per non farcela tu,che sei fortunato, sei normale». Questa narrazione orribile della diversità e della disabilità è stata definita “Inspiration Porn” da Stella Young, attivista e attrice disabile.

E visto che le sue parole spiegano in modo impeccabile il rifiuto che noi “diversi” spesso abbiamo verso certe definizioni, ho tradotto in italiano il Ted Talk in cui racconta cosa sia l’Inspiration Porn (o pornografia motivazionale). Vi lascio il testo che ho tradotto qui di seguito, e vi suggerisco di guardare il video perché ne vale la pena. Non può far mai male riflettere sul linguaggio che usiamo per definire altre persone.

Dal TEDxSydney 2014. Stella Young:
Sono cresciuta in una piccolissima cittadina di campagna nel Victoria. Ho avuto un’educazione del tutto normale. Sono andata a scuola, sono uscita con le mie amiche, ho litigato con le mie sorelle più giovani. Era tutto normale. E quando avevo 15 anni, un membro della mia comunità locale si è avvicinato ai miei genitori dicendo che voleva candidarmi a un premio per risultati raggiunti nella comunità. E i miei genitori hanno detto: “È davvero gentile, ma c’è un problema: lei in realtà non ha ottenuto nulla. ”
E avevano ragione. Sono andata a scuola, ho ottenuto buoni voti, ho avuto un lavoro senza pretese dopo la scuola nel salone di parrucchiere di mia madre, e ho passato un sacco di tempo a guardare “Buffy l’ammazzavampiri” e “Dawson’s Creek”. Sì, lo so, che contraddizione. Ma avevano ragione, io non stavo facendo niente che fosse fuori dall’ordinario. Non stavo facendo nulla che, togliendo la disabilità dall’equazione, potesse essere considerata una conquista.
Anni dopo, ero al mio secondo turno di insegnamento in una scuola superiore di Melbourne, ed ero a circa 20 minuti in una classe di studi legali dell’11 ° anno quando un ragazzo alzò la mano e disse: “Ehi signorina, quando inizierà a fare il suo discorso? ” E io ho detto: “Quale discorso?” In realtà stavo parlando della legge sulla diffamazione da 20 minuti buoni. E lui ha detto: “Sì, il tuo discorso motivazionale. Sai quando le persone in sedia a rotelle vengono a scuola e di solito dicono cose ispiratrici? Di solito li fanno nella sala grande.”
Ed è allora che mi sono resa conto: questo ragazzo aveva sempre e solo visto le persone disabili come fonte di ispirazione. Per questo ragazzo noi [disabili] non siamo – e non è colpa sua, voglio dire, questo è vero per molti di noi – le persone disabili non sono i nostri insegnanti, i nostri medici o le nostre manicure. Noi non siamo persone reali. Siamo lì per ispirare. E in effetti io sono seduta su questo palco con questa sedia a rotelle, e probabilmente vi aspettate che vi ispiri, giusto?
Bene, signore e signori, temo che vi deluderò tremendamente: non sono qui per ispirarvi. Sono qui per dirvi che sulla disabilità ci hanno mentito. Sì, ci è stata venduta la menzogna che la disabilità sia una Brutta Cosa, con la B e la T maiuscole, è una brutta cosa. E vivere con una disabilità ti rende eccezionale!
In realtà non è una brutta cosa e non ti rende eccezionale. E negli ultimi anni siamo stati in grado di diffondere ulteriormente questa menzogna tramite le reti sociali. Avrete visto immagini come questa: “L’unica disabilità nella vita è un cattivo atteggiamento” [Immagine di un ragazzo senza gambe che nuota]. O questo: “La tua scusa non è valida [in inglese rende meglio: you excuse is “invalid”]” [Immagine di un bambino in sedia a rotelle con un pallone da basket in braccio, su un campo di basket]. Infatti. O questo: “Prima di abbandonare, prova!” [Immagine di una bambina Down che corre su un campo sportivo]. Questi sono solo un paio di esempi, ma girano un sacco di queste foto. Forse avete visto quella della la ragazzina senza mani che disegna con una matita tenuta in bocca. O magari avete visto quella del bambino che corre su gambe protesiche in fibra di carbonio. E queste immagini, ce ne sono tante là fuori, sono ciò che chiamiamo “inspiration porn” (pornografia motivazionale). E uso deliberatamente il termine porno perché oggettivano un gruppo di persone a beneficio di un altro gruppo di persone. Quindi, in questo caso, stiamo trattando le persone disabili come oggetti a vantaggio delle persone non disabili.
Lo scopo di queste immagini è quello di ispirarvi, motivarvi, in modo che possiate guardarle e pensare: “Beh, per quanto brutta sia la mia vita, potrebbe essere peggio. Potrei essere quella persona.”
Ma cosa accade se tu sei quella persona? Ho perso il conto delle volte in cui sono stata avvicinata da sconosciuti che volevano dirmi che pensavano che fossi coraggiosa o una fonte di ispirazione, e questo è stato molto prima che il mio lavoro avesse un qualsiasi tipo di profilo pubblico. Si stavano semplicemente congratulando con me per essere riuscita ad alzarmi la mattina e ricordare il mio nome. Questo è trasformare in oggetti. Queste immagini trasformano le persone disabili in oggetti a beneficio delle persone non disabili. Sono lì in modo che tu possa guardarli e pensare che le cose non sono così male per te, per farti mettere le tue preoccupazioni in prospettiva.
Certo, la vita da disabile presenta delle difficoltà. Noi disabili dobbiamo superare alcune cose, ma le difficoltà che superiamo non sono quelle che voi pensate, non sono cose che hanno a che fare con i nostri corpi. Uso il termine “persone disabili” abbastanza deliberatamente, perché aderisco a quello che viene chiamato il modello sociale della disabilità, che ci dice che siamo resi disabili più dalla società in cui viviamo che dal nostro corpo e dalle nostre diagnosi.
Ho vissuto in questo corpo per molto tempo. Mi piace molto. Fa le cose che ho bisogno che faccia, e ho imparato a usarlo al meglio delle sue capacità proprio come avete fatto voi, e questo è anche il bello di quei ragazzi in quelle foto. Non stanno facendo nulla di straordinario. Stanno solo usando i loro corpi al meglio delle loro capacità. Quindi, è davvero giusto utilizzarli come fossero oggetti nel modo in cui lo facciamo, condividere quelle immagini? Quando le persone dicono: “Sei un’ispirazione”, lo intendono come un complimento. E io so perché succede, è a causa della menzogna, è perché ci è stata venduta questa bugia che la disabilità ti rende eccezionale. E onestamente non lo fa.
So cosa state pensando. Sai, sono qui rifiutandomi di essere un’ispirazione e voi starete pensando: “Cribbio, Stella, ma non sei mai ispirata da niente tu?” E il fatto è che lo sono. Imparo continuamente da altre persone disabili. Tuttavia non imparo che sono più fortunata di loro, ma imparo che è un’idea geniale usare un paio di pinze da barbecue per raccogliere gli oggetti che ti sono cascati; imparo quel trucco geniale con cui puoi ricaricare la batteria del tuo telefono dalla batteria della sedia a rotelle. Genio! Impariamo dalla forza e dalla resistenza l’uno dell’altro, non contro i nostri corpi e le nostre diagnosi, ma contro un mondo che ci vede eccezionali e ci tratta come oggetti.
Penso davvero che questa menzogna che ci hanno venduto sulla disabilità sia la più grande ingiustizia. Ci rende la vita difficile, e quella citazione: “L’unica disabilità nella vita è un cattivo atteggiamento”, il motivo per cui è una stronzata è perché non è vero, come dice modello sociale della disabilità. Nessun sorriso ha mai trasformato degli scalini in una rampa. Mai. Sorridere allo schermo di una televisione non farà apparire i sottotitoli per le persone sorde. Non è che stare nel mezzo di una libreria e irradiare un atteggiamento positivo trasformerà tutti quei libri in braille. Semplicemente non succederà.
Voglio davvero vivere in un mondo in cui la disabilità non è l’eccezione, ma la norma. Voglio vivere in un mondo in cui non si dica che una ragazza di 15 anni seduta nella sua camera da letto a guardare “Buffy l’ammazzavampiri” abbia conquistato qualcosa solo perché lo fa da seduta. Voglio vivere in un mondo in cui le aspettative nei confronti delle persone disabili non siano così basse che riceviamo i complimenti per esserci alzati dal letto e aver ricordato i nostri nomi al mattino. Voglio vivere in un mondo in cui diamo valore ai veri risultati ottenuti dalle persone disabili e voglio vivere in un mondo in cui un bambino all’undicesimo corso in una scuola superiore di Melbourne non sia sorpreso dal fatto che la sua nuova insegnante sia su una sedia a rotelle. La disabilità non ti rende eccezionale, ma mettere in discussione ciò che pensi di sapere al riguardo lo fa.
Stella Young

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