I calzini (inconsapevolmente) spaiati

una foto dei miei piedi con indosso dei calzini neri

Oggi è la giornata dei calzini spaiati, un’iniziativa nata undici anni fa in una scuola primaria di Terzo di Aquileia, in Friuli, per iniziativa di una maestra. i calzini spaiati come metafora della diversità, i calzini spaiati che rimangono sempre in fondo al cassetto e che non indossiamo mai o che buttiamo via perché, una volta spaiati, diventano inutili ai nostri occhi tanto abituati alla regolarità.

E invece, se ci pensiamo, quei calzini spaiati, seppure non uguali tra loro, sono calzini a tutti gli effetti. Ecco il messaggio di fondo della giornata alla quale, per partecipare, dicono che: “Non importa dove siete: mettetevi un paio di calzini spaiati, fate una foto e pubblicatela sui social con l’hashtag #calzinispaiati2021.”

Ecco, e qui arriva per me il problema più grande. perché nonostante io trovi davvero bella l’iniziativa, nonostante pensi che sia una metafora eccellente che possa essere compresa in modo facile e divertente dai bambini e dalle bambine delle scuole primarie, e magari di striscio far riflettere anche quelle mamme e quei papà che alla diversità normalmente non ci pensano mai, insomma, nonostante la cosa mi piaccia davvero e vi invito a partecipare, io ho un problema davvero grande: non ho calzini spaiati.

O meglio, i miei calzini spaiati non sanno di esserlo, e io non posso nemmeno volendo provare a riconoscerli, perché a casa mia compriamo esclusivamente stock di millemila noiosissimi calzini tutti neri, tutti uguali. Insomma, sicuramente saranno tutti mescolati tra loro, i miei calzini neri, per cui il livello di spaiamento nei due cassetti adibiti ad accogliere questa botta di fantasia è altissimo: una diversità totale ma inconsapevole. Infatto credo che nessuno dei miei neri calzini sappia più chi è lǝ suǝ compagnǝ, per cui almeno dal punto di vista formale, mi sento tranquillo, la diversità nei cassetti della biancheria è salva.

Eppure questa cosa mi fa riflettere, perché io i calzini li compro tutti uguali non perché sia una persona particolarmente noiosa (spero) o per un gusto particolare nell’abbigliamento. La necessità di calzini che, anche se si spaiano, possano apparire tutti uguali è probabilmente una delle caratteristiche della condizione autistica, quella necessità di similitudine (“sameness”, nei criteri diagnostici del DSM-5), di regolarità, di poter contare su quei piccoli gesti, sulle piccole routine, il bisogno che ho al mattino di alzarmi e poter semplicemente infilare le mani nel cassetto dei calzini per pescarne due. Neri, che vanno su tutto. E indossare la maglietta, nera o blu, e il maglione nero. O quello blu. Magliette, pantaloni e maglioni tutti uguali, di due colori differenti.

Una botta di vita, mi hanno sempre detto, ma il problema è che io i colori non so abbinarli, e poi spesso nemmeno riesco a riconoscerli, e mi metteva un’ansia tremenda questa cosa di dover scegliere cosa indossare ogni mattina, una tortura che davvero mi faceva cominciare la giornata male, malissimo. E quindi la soluzione: ridurre lo stress a inizio giornata, comprare tutto uguale, pochi colori, un unico taglio. Eppure, una volta presa questa decisione – che ha ridotto i miei livelli di ansia al mattino in modo drastico – le persone che prima trovavano i miei abbinamenti di colori atroci, quellǝ che mi criticavano perché indossavo un maglione arancione fluorescente anche in circostanze “serie”, hanno cominciato a criticare la mancanza di fantasia del mio nuovo abbigliamento. Insomma, il messaggio è sempre quello: fai come ti pare, ma tanto rimani sempre autistico.

Mi ha fatto riflettere questa cosa dei calzini spaiati perché io davvero la trovo una bella metafora, eppure al tempo stesso l’idea di poter anche solo indossare due calzini spaiati mi fa venire la tachicardia. Mi fa pensare a quanto l’idea di diversità sia come una Matrioska, e in ogni diversità ce n’è un’altra, e in quell’altra, se guardi bene, ce n’è ancora un’altra e giù all’infinito. E allora l’unica soluzione è il rispetto per chi indossa i calzini spaiati e per chi non riesce a farlo, e anche per chi i calzini non li indossa affatto. Il rispetto, l’unico modo per arrivare a una reale convivenza delle differenze.

E allora, visto che “evviva la diversità in ogni sua forma”, io la foto dei miei calzini spaiati la posto lo stesso!

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