La giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo

il simbolo dell'infinito con i colori dell'arcobaleno, che simboleggia la neurodivergenza

Oggi 2 aprile, si celebra come ogni anno la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Consapevolezza che può essere raggiunta esclusivamente attraverso una corretta informazione e un dialogo maturo che veda tutte le persone coinvolte capaci di confrontarsi apertamente e in modo costruttivo con un unico obiettivo comune: il benessere delle persone autistiche e delle loro famiglie. E troppo spesso dimentichiamo questo dettaglio.

La visibilità delle difficoltà che quotidianamente sperimentiamo tanto noi persone autistiche quanto le famiglie di giovani e adulti nello spettro autistico, le responsabilità della società, di ciascuna persona nel porre barriere al raggiungimento di diritti fondamentali come quello all’educazione o a un lavoro dignitoso, la possibilità di autorappresentarsi e autodeterminarsi, la capacità di fare pressione sulla politica affinché prenda seriamente e in modo efficace in considerazione le istanze delle persone autistiche e dei loro familiari, tutto questo non si raggiunge se non con la collaborazione, con il rispetto e con la capacità di mettere da parte posizioni intransigenti e discorsi sterili.
È fuori discussione l’importanza di creare una narrazione comune sull’autismo che veda implicate in modo paritario tutte le parti.

Ho letto decine di locandine di eventi programmati per oggi, e come ogni anno provo quella frustrante sensazione di impotenza. La nostra presenza alle infinite tavole rotonde è pressoché nulla.

Anche quest’anno il mondo parla di me, parla di noi, parla delle nostre famiglie senza interpellarci. Racconteranno che l’autismo è solo sofferenza e dolore, ci inviteranno a combattere il nostro autismo a suon di donazioni, a superarlo e a sfidarlo dicendoci chiaramente che finché non ci libereremo di ciò che ci rende quello che siamo nel bene e nel male, non potremo essere parte della società.
Anche quest’anno saremo malati di autismo. Noi autistiche e autistici saremo solo bambini – e ripeto bambini, maschi, perché le bambine continuano a non comparire sugli schermi dei radar – e gli adulti non ce li fileremo di pezza perché non fanno mica tanta tenerezza.

Come ogni 2 aprile, qualcuno ci rinchiuderà nelle nostre bolle luccicanti perché, dicono, non ci piace stare con gli altri.

Oggi assisteremo all’esaltazione dei fantomatici superautistici, quelli che esistono solo nelle serie TV ma sono talmente fighi che quasi quasi viene voglia di essere autistici solo per diventare come loro.

E mentre quest’orgia di stereotipi e disinformazione invaderà l’etere parlando di noi senza di noi, nell’attesa che domani cominci la giornata mondiale dei geologi, forse vale la pena di riflettere sulla necessità di lavorare insieme per quell’unico obiettivo, il benessere delle persone autistiche e delle loro famiglie, obiettivo che non vedremo mai nemmeno da lontano se continueremo a litigare tra noi, famiglie contro autistici, famiglie contro famiglie autistici contro autistiche.

Perché domani, mentre il mondo festeggierà i geologi (maschi anche quelli, hai visto mai) noi torneremo a scomparire. Quando il rumore assordante delle manifestazioni di piazza e delle interviste strappalacrime si sarà placato, l’autismo diventerà di nuovo invisibile. E allora quegli obiettivi, quei diritti negati, ci appariranno nuovamente, tristemente irraggiungibili.

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