Di rigidità e di efficienza

Rigidità o efficienza? Dipende da dove guardi.

La borsa della spesa di tela cerata che uso per andare al supermercato ha la base rettangolare che misura 5×3 latte di pomodori sistemate verticalmente. Da qui si parte, tutto il resto è questione di organizzazione.

First things first, prima di andare a fare la spesa bisogna fare una lista, altrimenti con la memoria che ho e con le luci accecanti, la gente, i rumori bip bip bip delle casse e gli scaffali strapieni di cose colorate, non ricordo più niente e rischio di comprare a caso.

La lista però va fatta in modo preciso, bisogna seguire il Sistema: i prodotti da acquistare devono essere scritti in ordine, a partire da quelli vicini all’entrata e seguendo i vari corridoi in un percorso efficiente. Non mi va di dover andare avanti e indietro perdendo tempo per quel labirinto infernale.

Una volta dentro è importante restare organizzati, gli stimoli lì sono davvero tanti e tutti fastidiosi, si passa dal caldo estivo al freddo polare, la vista si sdoppia perché gli occhi sono abbagliati dai neon sparati a mille e i colori cambiano a seconda di come muovo la testa, e poi devo fare attenzione a non andare a sbattere contro la gente perché mi sento sopraffatto da tanto vedere e odorare e sentire.

La lista della spesa in una mano, l’altra spinge il carrello, seguo senza nemmeno pensarci il percorso prestabilito. I peperoncini piccanti e le olive sono all’inizio, poi c’è il reparto frutta e verdura e dopo quello di vino e birra. Dritto dopo l’incrocio col corridoio della farina, quello che porta al reparto panetteria, ci sono le lattine di pomodoro, di piselli, quelle di barbabietola rossa che a quanto pare fa impazzire solo me. E via così fino a tornare indietro e arrivare alle casse.

Ma c’è un dettaglio davvero importante: ogni cosa va sistemata correttamente nel carrello per essere poi appoggiata nell’ordine giusto sul tapis roulant della cassa, e poi adeguatamente stoccata nella borsa a base rettangolare. Qui la questione è della massima importanza per due motivi: primo, perché bisogna ottimizzare lo spazio all’interno della borsa, altrimenti non entra più niente; secondo, perché i cassieri e le cassiere sono rapidissime quando devono passare i prodotti, e se non sistemo tutto per bene finisco per trovarmi con un macello di bustine, lattine e bottiglie da sistemare per farle entrare tutte nella borsa mentre dietro di me cresce la fila, dentro di me sale l’ansia, dalla cassa ti ripetono carta o contanti? carta o contanti? carta o contanti? le luci, i rumori bip bip bip, la gente che ti guarda spazientita, carta o contanti? e no, bisogna evitare ché poi arrivo a casa e faccio il botto.

E allora si parte dalle basi, 5×3 latte di pomodoro, ogni cosa sistemata nel carrello riproducendo l’ordine nel quale verrà poggiata sul tapis roulant della cassa e poi infilata nella borsa. Prima le cose pesanti e compatte: lattine, pacchi di farina, confezioni da 16 di yogurt, bottiglie, barattoli a riprodurre esattamente forma e dimensioni del fondo della borsa di tela cerata. Poi le cose mediamente pesanti, anche dalla forma irregolare, come i sacchetti con la frutta e la verdura, le buste di surgelati. Poi le cose leggere, il prezzemolo, il pane, i cracker dolci che altrimenti si polverizzano.

Seguendo il Sistema il percorso è efficiente, i tempi dentro quel luogo infernale vengono ridotti al minimo indispensabile. Guardo la mia spesa ordinata sul tappeto della cassa e mi sento tranquillo, una sensazione di soddisfazione e sicurezza mi rasserena e scende giù nella pancia. Per questo è importante che nei supermercati la merce non venga spostata di scaffale e corridoio per assecondare la necessità che hanno tuttǝ di dover variare, quel bisogno di novità così incontrollabile. Le persone autistiche possono aver bisogno di prevedibilità, è una questione di efficienza.

Moltǝ vedono il Sistema come eccessivamente rigido, forse anche ossessivo. Per molte persone questo comportamento andrebbe modificato perché, secondo loro, non è “normale”. Cosa vuol dire questo? Semplicemente che, poiché loro fanno la spesa in un altro modo, non concepiscono altra maniera di farla se non quella che sentono come più naturale. Eppure io vedo il mio Sistema come estremamente efficiente. Mi permette di ottimizzare tempi, spazi, di ridurre l’ansia che determinati posti generano nelle persone che, come me, hanno una sensibilità estremamente sviluppata per i suoni, le luci, la temperatura e gli odori.

In un saggio ho scritto che la diversità è negli occhi di chi guarda. Ed è proprio vero, anzi, direi che si può estendere il concetto a: la rigidità è negli occhi di chi guarda. Perché a me viene detto che sono rigido, però io osservo la maggioranza “flessibile” lanciare cose a caso nel carrello, andare avanti e indietro per i corridoi del supermercato come anime in pena cercando di ricordare se hanno preso la candeggina o no, aspetta, quella era dall’altro lato e adesso devo tornare però passando forse prendo i fagioli e… poi arrivare alla cassa buttare tutto lì alla rinfusa, frugare nella borsa o in tasca alla ricerca del bancomat, litigare con la persona dietro di loro che ha fretta e insomma, si sbrighi! E quando suggerisco loro di provare almeno per una volta il Sistema, queste persone puntano i piedi, a volte ridono come se avessi proposto di andare a far la spesa nude, e si rifiutano. Sempre. Perché dovrei cambiare, domandano, se ho sempre fatto così, perché mai dovrei provare a ottimizzare? TU sei rigido, col tuo Sistema, NOI siamo la maggioranza e stabiliamo cosa è giusto e cosa no, noi non siamo rigidǝ, a non voler cedere nemmeno di un millimetro e provare il tuo Sistema.

Ma allora, non sarà che ognunǝ fa le cose in un determinato modo semplicemente perché così sente di dover fare? Forse non c’è altra spiegazione, alla base della catalogazione dei comportamenti come giusti o sbagliati c’è solo questa cosa tanto irrazionale quanto normale, una differenza, la sensazione di dover seguire ciò che ci viene naturale.

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