E se traducessimo l’aggettivo “normale” con “consueto”, il cui significato è semplicemente relativo alla frequenza con cui determinate caratteristiche si presentano nella popolazione? Consueto come sinonimo di frequente, non necessariamente migliore, desiderabile. Parlare di neurodiversità non è un capriccio, e in generale non lo è parlare di diversità, di variabilità, cercare di guardare alle differenze individuali come caratteristiche e non paragonarle a un illusorio Ideale di normalità che impone come contropartita il concetto di anormalità, di indesiderabilità, di difetto. Non …