Sia nelle lezioni all’università che in conferenze o alle presentazioni del libro, mi trovo sempre più spesso a parlare di inclusione, di comprensione delle differenze e di quanto sia fondamentale un cambiamento culturale per far sì che la neuroatpipcità venga compresa e finalmente considerata una variante nell’ambito della cosiddetta normalità. Ripeto ormai senza sosta che, per comprendere le differenze, bisogna ascoltare proprio coloro che dalla maggioranza vengono etichettati come diversi, poiché sono gli unici in grado di spiegare la loro …