La notte in cui mi innamorai di Bach

Avevo 12 anni e i miei genitori avevano di cambiare la moquette che copriva l’intero pavimento del nostro appartamento con un parquet. Perché avevo l’asma e i tappeti non sono la soluzione migliore quando tuo figlio è allergico alla polvere.

Pianist Glenn Gould. Photo by Don Hunstein / Glenn Gould Foundation

Prima di tutto, ricordo di essere stato letteralmente scioccato da quella decisione. La notte in cui dissero detto a me e a mia sorella che avremmo avuto un nuovo, bellissimo pavimento in legno invece della moquette su cui giocavamo a Lego, esplosi in un meltdown epico. Perché si sa, gli autistici non amano particolarmente i cambiamenti improvvisi.

Ad ogni modo i nostri genitori cercarono spacciarci l’incubo a cui andavamo incontro per un’esperienza divertente, e annunciarono come se niente fosse che avremmo vissuto “come in un campeggio”, tutti insieme in un lato del nostro appartamento mentre gli operai cambiavano il pavimento dall’altra parte, e viceversa.

Stavamo trascorrendo la prima settimana in salotto. Era un casino allucinante, i mobili della camera da letto erano dappertutto, sembrava fosse esplosa una granata e non avevamo la minima privacy, ma in qualche modo mia madre riuscì davvero a trasformare quel caos in qualcosa di allegro. O almeno sopportabile. La cosa “più divertente”, tuttavia, era che il mio pianoforte venne messo sul balcone, così ogni singolo giorno potevo allietare i miei cari e pazienti vicini molto con ore e ore di scale, arpeggi ed esercizi… Una gioia, insomma.

Accadde intorno a mezzanotte. Stavo dormendo quando mia madre mi ha svegliò. “Fabrizio, svegliati, devi vedere questo tipo, questo pianista …” disse. Mi misi a sedere sul letto.

Uno strano tizio suonava uno Steinway gran coda circondato da un’orchestra d’archi. Il direttore, un uomo anziano che si muoveva a scatti come un robot, alla sua destra. Lo strano pianista era seduto su una piccola sedia di legno, bassissima, e ruotava il busto con la musica. E cantava, a voce bassa.

Glenn Gould’s chair replica, Salon du Meuble, Parigi 2007. Photo by Marco Andretta

La musica era meravigliosa, perfetta. Forme geometriche nitide e colorate si muovevano nella mia mente insieme alla musica, seguendone il ritmo, la melodia e le armonie. Le forme si muovevano ordinatamente, ognuna trovava il proprio posto in quello che sembrava un pattern perfetto in movimento. Anche lo strano pianista si muoveva in modo perfettamente circolare. Era Glenn Gould, eseguiva il concerto minore in Sol minore di Bach per clavicembalo e archi.

In quel preciso istante, mi fu chiarissimo che dovevo suonare quella musica, tutta la musica di Bach. Sentii un impulso fortissimo di far parte di quella perfezione sublime . Così il giorno dopo corsi alla libreria musicale e comprai le invenzioni a due voci. Quello fu l’inizio di una passione senza fine. Sette anni dopo, costruii il mio primo clavicembalo e da allora ho dedicato gran parte del mio tempo allo studio di Bach e dei suoi contemporanei.

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