Le funzioni esecutive nell’autismo. Introduzione

 

A quanti di voi è capitato di sentir dire o leggere che noi autistici siamo terribilmente rigidi nei ragionamenti e nelle nostre idee, o che abbiamo seri problemi nella pianificazione delle attività giornaliere tanto in casa come a scuola e al lavoro? C’è anche chi dice che abbiamo una memoria a breve termine praticamente inesistente, o che spesso ci risulta difficile iniziare delle azioni anche se sappiamo che determinate cose vanno fatte, come disdire un abbonamento inutile, fare una telefonata, parlare con un collega o un superiore di una questione importante.

L’attenzione che appare estremamente focalizzata (iperfocus) quando si è immersi in argomenti di interesse mentre diventa molto fragile in moltissime altre situazioni, soprattutto a causa della difficoltà di filtrare gli stimoli esterni, o l’incapacità di inibire o controllare determinati impulsi, sono anch’esse considerate parte di quei processi cognitivi che prendono il nome di funzioni esecutive.

La visione medica, come sempre, tende a vedere il differente funzionamento autistico come deficitario anche nel caso delle funzioni esecutive. Effettivamente negli autistici, in molte occasioni, questi processi cognitivi funzionano in modo molto differente, causando non di rado problemi soprattutto in situazioni nelle quali ci si aspetta che tali abilità vengano sviluppate per funzionare all’unisono con quelle degli altri. O, se non altro, in modo da non essere troppo dissonanti.

Non è facile “funzionare” adeguatamente quando dimentichi quello che ti è stato detto trenta secondi prima se non lo scrivi immediatamente, soprattutto quando sei uno studente che deve seguire le istruzioni dei professori o un’impiegata a cui viene richiesto di svolgere alcuni compiti sul lavoro.

Si può essere dei lavoratori instancabili, delle menti brillanti, preparatissimi in determinati argomenti, ma se poi si rimane imbambolati per tempi lunghissimi perché c’è qualcosa di inspiegabile che ci impedisce di cominciare un’azione, una telefonata, la stesura di un’email o di un documento urgente, allora le differenze appaiono effettivamente come “deficit” o “disabilità”.

Allo stesso modo, quella caratteristica che gli amici possono anche trovare divertente, l’essere diretti e dire sempre ciò che si pensa (che può sembrare a volte sarcasmo), quando non si riesce a tenerla a bada in determinati contesti sociali, può diventare un ulteriore problema.

Poiché credo che il differente funzionamento esecutivo, assieme a quello sensoriale e sociale, sia una di quelle caratteristiche che più difficoltà possono causare a noi autistici, soprattutto nel momento in cui ci troviamo a interagire con una società che ha determinate aspettative nei confronti di ogni suo membro, ho deciso di scriverne in modo più dettagliato dedicando a ciascuna funzione un articolo a parte.

A dimostrazione del fatto che la pianificazione e l’attenzione possono essere due di quelle aree in cui si manifestano in modo evidente certe differenze, vi dico che in questo momento, a causa dell’enorme instabilità generata dall’emergenza sanitaria da coronavirus, non so con quale delle funzioni esecutive comincerò nell’articolo di domani. Ai miei lettori neurotipici probabilmente l’effetto sorpresa sarà anche gradito; agli autistici chiedo scusa, ma l’ansia di questi giorni mi ha trasformato in un essere meno attivo di un bradipo con stati ansiosi da rasentare l’infarto.

Gli argomenti protagonisti dei prossimi articoli, non necessariamente in ordine di apparizione, saranno quindi:

  • la flessibilità (di pensiero) che a volte manca, ma poi pare che abbiamo un pensiero divergente spettacolare, e cerchiamo di capire come mai.
  • la difficoltà di pianificare compiti e attività (e la necessità di farlo per funzionare decentemente).
  • la brevissima memoria a breve termine (o memoria di lavoro). E ho già dimenticato cosa volevo aggiungere.
  • quella cosa invisibile che ci impedisce di iniziare determinate azioni fino a che qualcuno non ci spinge a calci.
  • l’attenzione che o sei così preso che non ti accorgi se ti esplode una bomba accanto, oppure ti distrae perfino un impercettibile colpo di tosse tre stanze più in là.

A domani con il primo articolo a sorpresa.

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2 comments On Le funzioni esecutive nell’autismo. Introduzione

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